progetto Just : morte improvvisa

Progetto JUST

https://www.pisatoday.it/salute/progetto-just-morte-cardiaca-improvvisa-giovanile-pisa.html

 

Il progetto JUST coinvolge Scuola Superiore Sant’Anna, Università di Pisa, Fondazione Monasterio, Aoup e Usl Nordovest e riunisce cardiologi, genetisti, medici legali, anatomo-patologi proponendosi di espandere la conoscenza del fenomeno della morte improvvisa giovanile, di definire strategie di prevenzione e di elevare gli standard di diagnosi, prevenzione e terapia. La Fondazione Pisana per le Scienze partecipa in maniera attiva al progetto grazie alla dotazione di strumenti moderni e sofisticati per la caratterizzazione genomica e proteomica dei campioni biologici e grazie all’expertise dei suoi ricercatori. Del resto, quando si verifica un decesso improvviso in ambito sportivo professionistico o comunque in soggetti giovani apparentemente sani si riaccendono inevitabilmente i riflettori sul tema e l’opinione pubblica richiede alla comunità clinica e scientifica una risposta adeguata. Le morte prematura di Alberto Contini, Antonio Palagini, Pietro Bellè ad Asciano, nell’aprile scorso, come di Davide Astori e di altri giovani atleti ha suscitato cordoglio universale e sconcerto nell’opinione pubblica. Poche condizioni mediche sono più traumatiche della morte improvvisa, non anticipata da nessun sintomo, di un giovane. Si tratta di un evento raro, in genere legato ad una aritmia fatale, quando non è legata ad una malformazione cerebrovascolare, ma la sua presentazione drammatica e l’impatto sulla famiglia e sulla comunità trova un rilievo amplificato nei casi di atleti che esemplificano alla perfezione la metafora di una vulnerabilità nascosta nel corpo di una persona in apparenza perfettamente sana.

Il progetto JUST prevede come obiettivi principali: la creazione di un registro retrospettivo e prospettico dei casi di morte improvvisa del nostro territorio, la standardizzazione delle procedure autoptiche, la messa a punto di una strategia di intervento ai fini di prevenzione primaria mediante sensibilizzazione dei medici e della popolazione generale al problema, screening mirati (medicina sportiva, psichiatria, ambiente scolastico con iniziative pilota), la programmazione della diffusione delle tecniche di ‘basic life support’ (rianimazione cardiopolmonare) per ‘laici’, la messa a punto di campagne di educazione che passano attraverso i social network; la definizione di flow-chart per i soggetti a rischio (familiari di pazienti andati incontro a morte improvvisa o di soggetti con condizioni predisponenti), che si avvalgano di diagnostica genetica, valutazione bioumorale, analisi di segnale, tecniche di imaging, sino alla analisi istopatologica di reperti bioptici ed autoptici.